L’algodistrofia (o sindrome dolorosa regionale complessa, CRPS) è una forma di dolore cronico (persistente e di lunga durata) che di solito colpisce un braccio o una gamba: è un tipo di dolore neuropatico che nasce in seguito a una lesione (di varia natura, come ad esempio un infortunio, un intervento chirurgico, un ictus o un infarto) che coinvolge:
- Organi e tessuti molli o ossei e che può essere identificata come CRPS di tipo I (in passato indicata come distrofia simpatica riflessa);
- Strutture nervose, identificata come CRPS di tipo II (in passato chiamata causalgia).
La peculiarità è che il dolore è sproporzionato rispetto all’effettivo danno e si manifesta per un lasso di tempo molto maggiore rispetto a quello che ci si attenderebbe. È spesso accompagnato da altri tipi di disturbi (autonomici, motori e trofici, descritti nel paragrafo dei sintomi). La diagnosi si effettua accertando la presenza di un dolore cronico di entità maggiore rispetto a quello suggerito dalla sottostante causa organica e il trattamento è fondato su: fisioterapia, terapia farmacologica, blocco sistema nervoso simpatico (anche se spesso si rivela insoddisfacente, soprattutto quando viene avviato in maniera tardiva). Anche la prognosi resta incerta e non definita: la patologia può regredire spontaneamente dopo molto tempo dall’insorgenza, oppure restare stabile per anni o in altri casi, in una minoranza degli stessi, estendersi in altre zone. Una considerazione fondamentale da aggiungere: l’algodistrofia non è un tumore e non può avere degenerazione maligna.
Algodistrofia: quali sono le cause e i sintomi dalla malattia
Le cause alla base dello sviluppo della sindrome dolorosa regionale complessa sono a oggi ancora poco comprese, ma si ritiene che i fattori scatenanti siano numerosi e comprendano:
- CRPS di tipo I (che tiene dentro: lesione di mani o piedi; lesioni da schiacciamento; infarto miocardico acuto; ictus cerebrale; carcinomi dei polmoni, mammelle, ovaie o del sistema nervoso centrale; immobilizzazione prolungata di un arto – spesso dovuta al trattamento della lesione);
- CRPS di tipo II (ossia evidente danno a carico di un nervo periferico).
Questi fattori causano una moltitudine di fenomeni, la maggior parte mediata dal sistema nervoso simpatico, che per motivi ancora non chiari contribuiscono a mantenere il dolore e l’infiammazione. Tra questi fenomeni quelli ad oggi riconosciuti sono: aumento dell’attività simpatica centrale; sensibilizzazione dei nocicettori periferici alla noradrenalina, uno dei più importanti trasmettitori del sistema simpatico; aumento del rilascio di neuropeptidi come la sostanza P. Nonostante il riconoscimento di questi elementi la comunità scientifica non è ancora in grado di stabilire l’esatta causa alla base dello sviluppo di questa sindrome, in quanto solo una piccola quota di pazienti risponde alla terapia con blocco del sistema simpatico centrale o periferico. La patologia è più diffusa nel sesso femminile, con un rapporto che circa il doppio tra i sessi, tende a coinvolgere soprattutto gli arti superiori ed essere presente nell’età giovane adulta.
La lista dei disturbi è lunghissima e va dall’alopecia alla depressione, dalla debolezza agli eritemi. In generale quindi è importante tenere conto che l’algodistrofia è caratterizzata da una sintomatologia eterogenea e polimorfa alla base della quale l’elemento comune è la presenza di dolore di tipo sordo o urente che non solo non regredisce, ma al contrario si acuisce con lo stress emotivo e il cambiamento dello stile di vita. Tale dolore non segue il decorso di un singolo nervo periferico, ma è regionale (tipicamente colpisce un arto) e spesso causa in questi pazienti limitazioni nell’uso dello stesso. A questo sintomo possono essere associati numerosi altri disturbi collegati che contribuiscono alla diminuzione della qualità di vita del paziente, che ne risente in modo molto profondo anche dal punto di vista psicosomatico.
Algodistrofia: le cure e i rimedi per guarire dalla malattia
Il trattamento dell’algodistrofia è complesso e si rivela purtroppo frequentemente insoddisfacente, soprattutto quando non iniziato tempestivamente. La terapia è definita multimodale, perché utilizza differenti approcci (anche contemporanei) al fine di alleviare il dolore e garantire la mobilità dell’arto colpito:
- Terapia farmacologica volta al controllo del dolore: comprende i farmaci generalmente utilizzati per il controllo del dolore neuropatico (antidepressivi triciclici, antiepilettici, corticosteroidi) o farmaci analgesici oppiacei in pazienti selezionati (anche se il loro uso in cronico può accentuare la sintomatologia dolorifica). Spesso i risultati sono però insoddisfacenti, in quanto non destinati a curare la patologia, ma solo ad alleviare i sintomi. Sono però utili nel ridurre il dolore e permettere così di eseguire esercizi fisioterapici;
- Fisioterapia: è fondamentale nel trattamento del CRPS ed è volta all’aumento della forza muscolare, alla desensibilizzazione dell’arto mediante l’applicazione di stimoli di intensità crescente, all’aumento graduale dell’escursione dei movimenti e alla riabilitazione occupazionale;
- Terapia psicologica;
- Agopuntura: medicina alternativa, non ancora adeguatamente supportata dalla letteratura, che tuttavia quando praticata da personale sanitario è quasi scevra da rischi ed effetti indesiderati;
- Neuromodulazione con stimolatori dei gangli della radice dorsali impiantati nel midollo spinale o mediante infusione neuroassiale di oppiacei ed anestetici;
- Blocco del sistema nervoso simpatico simpatico: non incide particolarmente sulla riduzione del dolore, quanto sulle alterazioni sudomotorie, come alterazioni della sudorazione e della temperatura cutanea;
- Terapia dello specchio: è riservata ai pazienti con algodistrofia causata dalla sindrome dell’arto fantasma, in seguito all’amputazione di un arto.