Alimentazione e artrite: gli alimenti che aiutano e quelli che peggiorano

alimentazione artrite

Un’infiammazione cronica che provoca dolori e danni alle articolazioni, alle ossa e ad altre parti del corpo: secondo alcune ricerche, i sintomi dell’artrite possono essere contrastati attraverso determinati interventi legati all’alimentazione. Eliminare determinati cibi e bevande a vantaggio di altri può rivelarsi decisivo nel ridurre i sintomi dell’artrite, sino a migliorare complessivamente la qualità della vita di chi ne soffre.

Per questo motivo, vista l’importanza dell’alimentazione, il consiglio è quello di rivolgersi a un nutrizionista che possa consigliare la dieta adatta alle esigenze di ciascun paziente. Vediamo quali alimenti privilegiare e quali evitare in linea di principio in presenza dell’artrite.

Artrosi e magnetoterapia

L’impatto della dieta sullo sviluppo di questa malattia è davvero notevole: attraverso la giusta alimentazione si possono colmare squilibri che aggravano il processo artrosico, combattendo anche il processo di invecchiamento delle articolazioni. Una buona dieta per combattere i sintomi dell’artrosi punta ad un effetto antinfiammatorio, senza contare l’importanza di mantenere sotto controllo il peso corporeo per non mettere ulteriormente sotto stress le articolazioni. Tra gli alimenti indispensabili troviamo cereali integrali, fonti di fibre, pesce azzurro, legumi e albume d’uovo, dall’elevato apporto proteico, verdura, preferibilmente biologica, frutta di stagione, frutta secca e semi.

Andando a stilare un ipotetico piano alimentare, a colazione si può portare in tavola una porzione di avena, latte di soia, frutta fresca e frutta secca, il tutto abbinato ad una tazza di tè verde. A pranzo e a cena non deve mai mancare una porzione di verdura, accompagnata da carboidrati, meglio se integrali, pesce o legumi. Oltre ad una dieta personalizzata, lo specialista può consigliare l’assunzione di integratori alimentari per l’artrosi, dagli ingredienti naturali che agiscono a livello antinfiammatorio e antiossidante nel proteggere le articolazioni. Tra questi lo zenzero, dalle potenti proprietà antinfiammatorie, la curcuma, che contrasta la proliferazione dei radicali liberi che provocano l’invecchiamento cellulare, e il melograno, ricchissimo di polifenoli e di vitamina C.

Alimentazione e artrosi: i cibi da evitare

Quali cibi evitare in caso di artrosi? La risposta varia da persona a persona, ma in generale possiamo affermare che tutti gli alimenti che contribuiscono ad aumentare gli stati infiammatori e, quindi, la sintomatologia dolorosa sono da abolire. Bisogna evitare di consumare dolci e bevande zuccherate, salse e creme pronte, cereali da colazione, prodotti industriali confezionati e alimenti troppo processati. Per lo stesso principio, anche alcolici, fritture e cibi spazzatura sono da eliminare. Tra i “falsi amici” troviamo sorprendentemente verdure come melanzane, peperoni, pomodori e patate, ricchi di solanina, che può avere effetti infiammatori. Anche il latte e i suoi derivati sono potenzialmente dannosi, per questo è bene preferire il latte vegetale senza zuccheri. Proibiti anche carne, affettati e, in generale, pietanze troppo salate o troppo zuccherine. I carboidrati raffinati e il glutine, infine, sono entrambi altamente infiammatori e possono innescare una riacutizzazione dell’artrite sino ad aggravare il dolore.

Artrosi e magnetoterapia

L’efficacia della magnetoterapia contro l’artrosi è ormai comprovata, così come è innegabile la validità di questo trattamento contro tutte le malattie di tipo degenerativo, come dimostrato da autorevoli studi scientifici. La magnetoterapia consiste nell’esporre le aree interessate a frequenze magnetiche, studiate con precisione allo scopo di ottenere una riduzione della sintomatologia dolorosa attraverso la decompressione delle terminazioni nervose.

Nel caso dell’artrosi, in particolare, è maggiormente indicata la magnetoterapia a bassa frequenza, utilizzata per il trattamento di malattie ossee, per la cura di tessuti molli e per la terapia del dolore. Per restituire risultati concreti, le sedute devono avere una durata minima di una trentina di minuti e devono essere eseguite per un periodo continuato di tempo. Il modo migliore per ridurre i tempi di guarigione, quindi, è quello di essere costanti e fare terapia per più ore possibili, optando se necessario anche per trattamenti notturni.

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