Colpo di Frusta: qual è il tempo di guarigione?

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Un brusco movimento del collo e della testa, che può arrivare a provocare una distorsione della colonna cervicale. Il cosiddetto “colpo di frusta” è un infortunio molto comune, che capita spesso in occasione dei sinistri automobilistici, il più delle volte per via di improvvise frenate o di tamponamenti, ma anche in occasione di traumi sportivi o incidenti analoghi.

Questo evento traumatico porta spesso con sé dei sintomi piuttosto fastidiosi, tra i quali ritroviamo, tra i più comuni, dolore al collo, mal di testa, vertigini e stati più o meno gravi di paralisi. Nelle prossime righe conosceremo meglio questo problema, approfondendo come trattarlo con alcuni consigli utili legati ai nuovi approcci della medicina.

I gradi di classificazione del colpo di frusta

In ambito clinico vengono riconosciuti quattro gradi della condizione, che variano in base ai sintomi e alle conseguenze riportate. Nel primo grado il paziente avverte dolore al collo, con possibili indolenzimenti, ma senza alcun segno fisico di lesione. Nel secondo grado subentra una maggiore limitazione dei movimenti e una rigidità del collo, segnali ulteriormente aggravati nel terzo grado, quando il dolore è associato ad alcuni segnali neurologici: deficit sensoriali, debolezza muscolare, riduzione o mancanza di riflessi. In casi più gravi, riconducibili al quarto grado, il trauma è più intenso ed è generalmente accompagnato da una lussazione o una frattura.

Guarire dal colpo di frusta

In generale, durante la fase acuta, il colpo di frusta viene trattato attraverso l’immobilizzazione cervicale, un periodo di riposo e una serie di farmaci antidolorifici ed antinfiammatori. Spesso i medici suggeriscono di adottare un collare ortopedico, in genere per circa due settimane, per immobilizzare il tratto cervicale e proteggerlo da eventuali sollecitazioni. Il collare va però indossato solo ed esclusivamente se prescritto da un professionista. In un secondo momento, a seconda della gravità del trauma, il paziente dovrà eseguire delle sessioni di fisioterapia per recuperare la piena funzionalità del collo e per accelerare il processo di ristabilimento. Per il trattamento del colpo di frusta, particolarmente efficace si rivela l’esercizio terapeutico: si tratta di una serie di manovre che hanno l’obiettivo di migliorare la forza muscolare e l’efficienza del collo in modo da ripristinare la corretta cinematica articolare, impedendo che il disturbo possa diventare cronico.

L’importanza della magnetoterapia

In virtù dei suoi effetti antinfiammatori e lenitivi dell’edema, la magnetoterapia viene sempre più consigliata per trattare le patologie cervicali, specie in caso di distorsioni. Del resto, la magnetoterapia trova applicazione in tutte le patologie caratterizzate da dolore e infiammazione, intervenendo nella cura di disturbi di tipo articolare e reumatico.

Le proprietà taumaturgiche di questa terapia fisica provocano un’azione rigenerante e antinfiammatoria a livello dei tessuti, rendendola quindi opportuna in caso di dolori muscolari o distorsioni a carico del collo, ma anche per generici fenomeni di cervicalgia o dolori cervicali. Attraverso l’utilizzo di apparecchiature generanti campi magnetici a bassa intensità, gli stimoli dolorosi vengono ridotti grazie all’interazione tra le onde elettromagnetiche e i tessuti interessati, ristabilendo il loro normale equilibrio chimico.

Come ormai dimostrato da diversi studi scientifici, effettuando questa cura per alcune settimane i tempi di guarigione in seguito all’infortunio possono ridursi notevolmente, fino addirittura a dimezzarsi. Per questo la magnetoterapia rappresenta un valido ausilio per il fisioterapista, permettendo di raggiungere gli obiettivi prefissati in minor tempo. Abbinando la magnetoterapia ad altri trattamenti come sedute di fisioterapia e di osteopatia, tutto il processo di cura ne trae giovamento. In genere, la magnetoterapia richiede tempi di trattamento medio-lunghi per avere i primi benefici: è necessario dunque sottoporsi almeno ad una decina di sedute, mentre la durata minima di una terapia è di circa trenta minuti. Tutto varia, chiaramente, a seconda del problema da trattare.

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