Infortuni più frequenti nella pallavolo: quali sono e come trattarli

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Tra gli sport più diffusi in Italia, la pallavolo ha un novero di giocatori in continuo aumento: allo stesso modo sono sempre più frequenti gli infortuni legati a questa attività.

A provocare questi traumi c’è spesso l’impatto con il terreno di gioco oppure con il pallone, ma sono piuttosto ricorrenti anche i traumi indiretti, senza alcuna correlazione con il contatto con la sfera o i compagni di squadra. Approfondiamo quali sono le parti del corpo più colpite e gli infortuni più frequenti nella pallavolo.

Le parti del corpo più a rischio infortunio nella pallavolo

Tra le aree a maggior rischio di traumi per il corpo di un pallavolista troviamo le caviglie e le ginocchia, ma soprattutto le dita. Il cosiddetto “dito insaccato” è infatti uno degli infortuni più ricorrenti che possono verificarsi durante il gioco. Si tratta di una distorsione provocata dall’impatto delle dita col pallone, soprattutto quando quest’ultimo viaggia ad alta velocità. Nei casi più gravi di distorsione al dito sono necessarie apposite cure per poter recuperare la sua completa funzionalità, come l’immobilizzazione esterna della falange. Spalle e schiena possono essere soggette a traumi più o meno gravi per via del sovraccarico funzionale. Il dolore lombare, in particolare, è molto diffuso tra i pallavolisti e può diventare cronico: la colonna vertebrale, del resto, è soggetta a numerose sollecitazioni. È importante porre rimedio al problema prima che questo si trasformi in lombalgia acuta: il riposo, le terapie manuali e la fisioterapia sono validi alleati.

Infortuni più frequenti nella pallavolo: la distorsione della caviglia

Nella pallavolo la caviglia è messa sotto stress piuttosto frequentemente, e dunque sottoposta ad un alto rischio di distorsioni. Dolore, specialmente quando si appoggia il peso sul piede, gonfiore, lividi, instabilità e difficoltà di movimento sono tutti sintomi delle distorsioni alla caviglia, che possono rivelarsi dei traumi anche gravi.

Si va da una distorsione di primo grado, più lieve e con un minimo stiramento dei legamenti, ad una di secondo o di terzo grado, con una rottura più o meno grave degli stessi. Dopo una distorsione alla caviglia è consigliabile seguire il cosiddetto protocollo “RICE”: Riposo, Ice (ghiaccio), Compressione con una fasciatura, Elevazione dell’arto. La guarigione da una distorsione alla caviglia varia in base alla gravità e alla gestione del problema: una giusta fisioterapia, volta al recupero di mobilità, equilibrio e propriocezione, può essere indispensabile nel rapido ritorno all’attività sportiva.

Infortuni più frequenti nella pallavolo: il “ginocchio del saltatore”

Gli atleti che praticano sport in cui si salta abitualmente, come appunto la pallavolo, possono andare incontro ad una tendinite a carico del tendine rotuleo, nota anche come “ginocchio del saltatore”. Si tratta di un’infiammazione del tendine che connette la rotula alla tibia. Una continua sollecitazione del tendine non fa altro che acuire questa condizione: incalzare l’apparato estensore del ginocchio e l’articolazione della rotula rischia di provocare un’infiammazione duratura, che può persino danneggiare progressivamente la cartilagine del ginocchio. Per curare simili patologie sono necessarie terapie fisiche, stretching ed esercizi mirati, uniti ad un bendaggio funzionale che immobilizzi l’articolazione per proteggerla da sollecitazioni deleterie.

L’importanza della magnetoterapia per i pallavolisti

La magnetoterapia sta diventando sempre più ricorrente nel trattamento degli infortuni dei pallavolisti, e in generale di tutti gli infortuni sportivi, grazie alla sua comprovata efficacia e ai buoni risultati che garantisce. Gli effetti positivi dei campi magnetici sul corpo umano sono un toccasana nel recupero dagli infortuni: l’effetto di questo trattamento è in grado di agevolare la ricostruzione della materia ossea, ritardando la degenerazione della cartilagine e fungendo da analgesico. La magnetoterapia è anche in grado di rilassare la muscolatura e stimolare la rigenerazione delle cellule, attraverso il suo effetto antinfiammatorio. La durata media di un ciclo efficace per gli infortuni sportivi è di una ventina di giorni: se necessario, il trattamento può essere ripetuto più volte durante l’anno, soprattutto in presenza di condizioni croniche come dolori articolari o lombalgia.

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