Tra i dolori più fastidiosi che possono colpire gli arti superiori, sicuramente merita una menzione particolare la tendinite all’avambraccio. Quest’ultima si caratterizza per una forte infiammazione che può colpire indistintamente diverse regioni del nostro braccio, a partire dalla spalla fino ad arrivare al polso.
Naturalmente, come si può facilmente evincere dal nome la regione interessata principalmente da dolore sarà quella dell’avambraccio ma come avremo modo di vedere non è da escludersi che l’infiammazione possa irradiarsi o essere percepita lungo tutto l’arto.
Fatta questa breve introduzione, passiamo all’analisi completa della tendinite all’avambraccio, soffermandoci su cause, sintomi e possibili rimedi.
Tendinite all’avambraccio: cause e sintomi
Prima di addentrarci nei meandri delle cause e dei sintomi della tendinite all’avambraccio, risulta utile fare un breve ripasso anatomico per capire cosa sono i tendini e quali sono le loro funzioni, in modo da anticipare quanto sia fondamentale assicurarsi che la loro condizione sia ottimale.
A tal proposito, i tendini rappresentano delle strutture fibrose sottili che si presentano in forma cilindrica o piatta; il loro scopo è quello di legare le regioni muscolari del nostro corpo alle ossa, andando anche ad agevolare ed ammortizzare lo stress esercitato dall’azione dei muscoli sul nostro scheletro. La loro composizione primaria è fatta di elastina e collagene, due proteine che consentono ai tendini di essere elastici e resistenti al tempo stesso.
A questo punto risulta molto più semplice capire che si parlerà di tendinite ogni qualvolta ci ritroveremo in presenza di un’infiammazione o di un trauma a questa particolare struttura del nostro corpo. Tornando al nostro tema specifico, la tendinite all’avambraccio può presentarsi non solo attraverso il processo infiammatorio ma talvolta può essere accompagnata da dolore, arrossamento e gonfiore. Inoltre, tra i possibili sintomi della tendinite all’avambraccio possiamo incontrare anche sensazione di calore, debolezza, rigidità e intorpidimento.
Diverse, invece, possono essere le cause della tendinite all’avambraccio che per comodità possiamo suddividere in tre particolari tipologie:
- Cause traumatiche
- Cause da sovraccarico
- Cause metaboliche
- Cause circolatorie
Appartengono al primo gruppo, tutti quei casi in cui la tendinite è la risposta ad un trauma, inteso come urto o movimento scomposto che può colpire il braccio. Da questo punto di vista trovano dei punti in comune con le cause da sovraccarico perché entrambe sono molto diffuse tra gli sportivi, in particolare tra coloro che praticano bodybuilding, tennis o sport che sollecitano molto gli arti superiori. La differenza sostanziale sta nel fatto che nel secondo caso la tendinite sarà il risultato di un eccessivo affaticamento della struttura interessata, a differenza del primo gruppo in cui come detto si parlerà solamente di traumi estemporanei.
Nelle cause metaboliche rientrano invece tutti quei casi dovuti a patologie come il diabete che sembra favorire lo sviluppo di infiammazioni; allo stesso modo obesità, problemi alla tiroide ed il colesterolo troppo alto posso incidere negativamente sulla salute dei nostri tendini. Infine, il tema delle cause circolatorie trova la sua ragione nella struttura dei tendini che presentano per natura pochi capillari e quindi in presenza di problemi alla circolazione sanguigna possono risultare più sensibili all’infiammazione.
Tendinite all’avambraccio: rimedi e trattamenti
La premessa fondamentale è che la tendinite all’avambraccio e, in generale, tutte le problematiche dei tendini vanno necessariamente seguite e curate perché sul lungo periodo possono portare alla perdita di funzionalità di tutto l’arto, impedendo le normali attività quotidiane. Dunque, ricordando i sintomi descritti nel paragrafo precedente consigliamo caldamente di rivolgersi ad uno specialista nel caso in cui si inizino a percepire segnali di malessere. Detto ciò, il percorso terapeutico volto a rimediare la tendinite all’avambraccio può seguire due strane, una conservativa ed una riabilitativa.
In primis, si andrà allora ad immobilizzare il braccio, cercando di evitare qualsiasi sforzo per qualche tempo servendosi di bendaggi e fasciature ad hoc. Si può pensare di applicare impacchi di ghiaccio così come di tentare la strada farmacologica dei FANS, specialmente nei casi in cui l’infiammazione risulta essere particolarmente dolorosa. Dopo un primo periodo di trattamento si può pensare di supportare la terapia conservativa attraverso un percorso fisioterapico, fatto di massaggi decontratturanti ma anche tecarterapia o magari ultrasuoni, a seconda delle indicazioni del medico specialista.
In pochissimi casi i provvedimenti appena descritti potrebbero non dare i risultati sperati ed allora risulterà necessario prendere in considerazione l’eventualità di un intervento chirurgico. In linea generale, il consiglio resta comunque quello di prevenire l’insorgenza di tali problemi badando molta attenzione all’attività di stretching e di riscaldamento che anticipa l’attività fisica.